Il Consiglio regionale omaggia Mirella Cerini: «Un esempio».

Tratto da ilBustese.it

Cinque giorni dopo l’ultimo commosso abbraccio, l’assise del Pirellone ha ricordato la prima cittadina di Castellanza. «Garbata e decisa nei modi e allo stesso tempo determinata nell’interpretare il proprio ruolo per il bene della comunità», ha detto il presidente Romani. «Una sindaca e una persona luminosa per il modo in cui approcciava alla vita amministrativa, per l’impegno, la forza e l’energia che ci metteva», ha aggiunto il consigliere Licata.

Cinque giorni dopo l’ultimo commosso abbraccio della sua comunità di Castellanza e dell’intero territorio della provincia di Varese e non solo, anche il Consiglio regionale della Lombardia ha omaggiato l’impegno e la memoria del sindaco Mirella Cerini, scomparsa all’improvviso dopo le celebrazioni del 25 Aprile.

Prima del minuti di silenzio, sono intervenuti Michela Palestra, capogruppo di Patto Civico, e Giuseppe Licata di Italia Viva.
La prima ha ricordato il sindaco («Mi sforzerò di chiamarla così, come lei preferiva, mentre io tengo tanto alla declinazione femminile») citando le parole usate al funerale da Cristina Borroni, ora alla guida del Comune di Castellanza.
Borroni ne aveva sottolineato «determinazione, competenza, passione, disponibilità all’incontro e alla collaborazione con tutti. La tua inconfondibile risata e il tuo desiderio di leggerezza ci hanno permesso di affrontare i momenti più difficili e impegnativi della vita amministrativa. Grinta e coraggio non ti sono mai mancati. Diciamo il nostro grazie perché se la politica è la più alta forma di carità, con la tua vita e la tua morte sei stata esempio per tutti noi di vista vissuta per e con amore».

Licata ha parlato di «una persona che ho incontrato spesso, prima da sindaco e adesso da consigliere regionale. Una sindaca e una persona luminosa per il modo in cui approcciava la vita amministrativa, per l’impegno, la forza e l’energia che ci metteva.
La misura di questo impegno si è vista anche al funerale, con la presenza di tantissimi cittadini e anche di tanti sindaci con la fascia tricolore. Lei purtroppo è morta ancora con questa fascia: c’è un simbolismo, quello di un sindaco che ha dato tutto fino alla fine per la sua comunità, con grandissimo impegno, sempre battagliera e con il sorriso. La ricorderemo così. Era un esempio per tanti cittadini e soprattutto per chi come noi fa politica e si impegna per gli altri. Un modello che resterà nel nostro cuore e nella nostra mente».

Centrali idroelettriche in Lombardia, Licata (Italia Viva): «Dopo tragedia di Suviana, Regione sblocchi le concessioni»

Tratto da VareseNoi.it

«Sempre più urgente attivare investimenti in sicurezza e tutela ambientale» dice il consigliere regionale di Italia Viva, che ha presentato in Consiglio un’interpellanza all’assessore Massimo Sertori.

«Regione decida cosa fare con le concessioni scadute da più di vent’anni: i territori hanno bisogno di sapere che quota dei canoni concessori riceveranno nei prossimi anni, per poter programmare efficacemente gli investimenti, come previsto dalla legge, in riqualificazioni ambientali e valorizzazione delle risorse idriche. Contestualmente le società che gestiscono gli impianti, in mancanza di certezze da parte di Regione, riducono al minimo gli investimenti necessari per migliorare la sicurezza e la resa energetica», così il consigliere regionale di Italia Viva Giuseppe Licata, che oggi sul tema ha presentato in Consiglio Regionale un’interpellanza all’assessore Massimo Sertori.

Continua Licata: «La tragedia di Suviana, dove una esplosione nella centrale elettrica ha causato 7 vittime, ha puntato i riflettori dell’opinione pubblica e delle istituzioni sui livelli di sicurezza delle centrali idroelettriche. In Lombardia ce ne sono 74 e molte di esse necessitano di investimenti per svilupparsi in termini di sicurezza degli impianti e di miglior rapporto tra costi, quantità di acqua utilizzata ed energia prodotta.

Questa è la prima ragione per cui è urgente che Regione faccia tutto il possibile per sbloccare il problema delle concessioni scadute o in scadenza. E poi ci sono le Province lombarde dove ricadono le centrali, che ricevono ogni anno da Regione una quota importante degli oneri concessori e che, nel limbo delle proroghe temporanee, non sono in grado di programmarne al meglio la spesa.

Per questo oggi ho presentato una Interpellanza: all’Assessore Sertori e al Presidente Fontana ho chiesto come Regione stia operando per il rinnovo delle concessioni scadute e in scadenza, e se sia stato definito un cronoprogramma delle relative procedure.
Nella sua risposta l’Assessore si è impegnato ad indire le gare per l’assegnazione delle concessioni entro il 2024. Auspico – conclude Licata – che mantenga la promessa, non è un tema meramente burocratico: stiamo parlando di tutela ambientale e sicurezza dei lavoratori, oltre che di approvvigionamento energetico regionale e nazionale, cioè di bollette dei cittadini».

A Busto si riflette sul disagio giovanile. Licata: «Servono nuove soluzioni»

Tratto da VareseNoi.it

Al Museo del Tessile il convegno promosso dal consigliere regionale di Italia Viva. Ciro Cascone, ex procuratore capo del Tribunale dei minori di Milano: «La vera emergenza è fare prevenzione».

Disagio giovanile e problemi legati al mondo dei minori: se ne è discusso stamattina al Museo del Tessile di Busto Arsizio in un convegno promosso dal consigliere regionale di Italia Viva Giuseppe Licata.
Il quale, da sindaco di Lozza, aveva conosciuto il problema nei suoi diversi aspetti. Poi, dopo l’elezione al Pirellone, i contatti con realtà del terzo settore e addetti ai lavori si sono intensificati. E da più parti sono arrivate segnalazioni sull’incremento delle difficoltà in quest’ambito.

“Emergenza sociale – Giovani e minori, nuove istanze e modelli innovativi”, il titolo dell’incontro. «È un tema molto caldo che tante famiglie, tanti sindaci e amministratori locali segnalano – spiega Licata –. Dopo la pandemia c’è stato un incremento dei casi che riguardano i minori. Disagio giovanile, cyberbullismo: tanti temi che comportano problemi certamente sociali ma anche finanziari per i Comuni che sono in prima linea ad affrontarli». E, a fronte di istanze e problematiche nuove, «servono soluzioni e modelli altrettanto nuovi, con la collaborazione tra pubblico, privato e terzo settore», sottolinea l’esponente di Italia Viva.

Nel corso del dibattito a Busto sono emersi spunti e stimoli che il consigliere potrà portare all’attenzione dell’aula di Palazzo Pirelli: «Il mio lavoro in Regione si concentra molto anche su questo tema. Sono, tra l’altro, promotore del patentino digitale – ricorda – che vorremmo portare nelle scuole per sensibilizzare i ragazzi sui temi dell’utilizzo consapevole di social media e smartphone».

Tra i relatori della mattinata, Ciro Cascone, fino al luglio 2023 procuratore capo del Tribunale dei minori di Milano. Il quale si è concentrato sull’importanza della prevenzione, di cui si parla spesso e in maniera opportuna a proposito della sanità, ma che è necessaria anche in ambito sociale e socio-sanitario.  A suo dire, «emergenza è un termine che utilizziamo per “stupirci” di un problema e di una criticità che non riusciamo ad affrontare o che non ci siamo attrezzati per tempo ad affrontare. Mi sono occupato per vent’anni di minori e tante volte ho sentito questo termine, senza però vedere delle politiche di prevenzione». Fondamentale è rimuovere «le cause che generano il disagio e il malessere di tanti bambini e ragazzi che crescendo diventeranno degli adulti con problemi che si ripercuoteranno anche nel sociale. La vera emergenza è riuscire a modificare le politiche di prevenzione».

Sono intervenuti altri relatori qualificati: Anna Seveso e Andrea Sammali, responsabili Servizi tutela minori Azienda Speciale consortile Rete NeASS; Silvia Nanni, cofondatrice della Scuola di Legalità “Il Seme di Giustizia”; Giammatteo Secchi della cooperativa sociale “La casa davanti al sole”; Patrizia Bianchi, pedagogista e presidente della cooperativa “Educational Team”; Dario Colombo, coordinatore Network Aziende Speciali Sociali della Lombardia NeASS; Emanuele Fant di Progetto Ufo; don Marco Casale della Comunità residenziale per minori “Casa Sant’Antonio”.

L’assessore alle Politiche giovanili Daniela Cerana ha portato i saluti dell’amministrazione comunale, i consiglieri di Villa Recalcati Michele Di Toro e Giuseppina Lanza quelli della Provincia. Gerardo Corvatta, capo di gabinetto della prefettura, è intervenuto per il dottor Pasquariello.
Tra il pubblico c’erano i consiglieri comunali di Busto Marco Lanza (lista Antonelli) e Gianluca Castiglioni (Busto al Centro), oltre al segretario provinciale di Italia Viva Salvino Reina e a Carlo Alberto Coletto, che proprio ieri ha annunciato il passaggio da Azione al partito di Matteo Renzi (leggi qui). Presenti anche il sindaco di Caravate Nicola Tardugno con l’assessore Ilaria Azzimonti.

In commissione Sanità la petizione per il mantenimento dell’ospedale di Gallarate, Licata (IV): «Petizione sia occasione per risolvere criticità e lacune dell’accordo di programma»

Tratto da VareseNoi.it

«Tredicimila firme vogliono dire che il percorso decisionale ha mancato di trasparenza»: così il consigliere regionale di Italia Viva in commissione Sanità al Pirellone. È stata presentata la petizione promossa dal consigliere di Gallarate Massimo Gnocchi per chiedere il mantenimento del Sant’Antonio Abate.

“13.000 firme vogliono dire che questo accordo di programma presenta troppe incognite, criticità e lacune e che il percorso decisionale ha mancato di trasparenza”, così il consigliere regionale Giuseppe Licata (Italia Viva) intervenendo in commissione Sanità durante la presentazione della petizione promossa dal consigliere comunale di Gallarate Massimo Gnocchi per chiedere il mantenimento dell’ospedale Sant’Antonio Abate di Gallarate.

“Rilevo – spiega Licata a margine della commissione – che l’attuale accordo di programma per la realizzazione del nuovo ospedale di Busto Arsizio e Gallarate abbia una natura più infrastrutturale che sociale e sanitaria, non chiarendo soprattutto la futura destinazione delle due strutture ospedaliere di Gallarate e di Busto Arsizio e non fornendo sufficienti garanzie sulla effettiva offerta e qualità dei servizi sanitari in quel territorio quando i lavori saranno ultimati, né nella fase transitoria di esecuzione delle opere.

La petizione presentata oggi in Commissione ritengo debba rappresentare un’occasione per una necessaria e più approfondita discussione sull’accordo di programma del nuovo Ospedale, chiarendone gli aspetti più nebulosi e introducendo una nuova visione d’insieme che vada oltre il semplice progetto dell’immobile.

Una integrazione, insomma, all’attuale accordo di programma, che intendiamo formalizzare all’interno di una Risoluzione, da costruire in Commissione Sanità e portare poi in Consiglio Regionale, ovviamente con il coinvolgimento delle amministrazioni comunali. Questa la proposta che, insieme ad altri consiglieri regionali, faremo all’Assessore Guido Bertolaso e alla presidente della Commissione Sanità Patrizia Baffi”, conclude. 

Ospedale, in Regione le preoccupazioni dei gallaratesi. L’opposizione chiede di mettere nero su bianco gli impegni

Tratto da VareseNoi.it

La commissione Sanità si è occupata della petizione sottoscritta da 13mila cittadini, promossa da Obiettivo Comune. I consiglieri Ferrazzi e Licata hanno proposto una risoluzione relativa agli impegni da prendere da qui alla realizzazione dell’ospedale nuovo di Busto e Gallarate. Ma per gli esponenti di maggioranza Monti e Zocchi non servono ulteriori atti: «Impossibile mantenere due ospedali a 5 chilometri di distanza», hanno detto.

Le ragioni della mobilitazione

Gnocchi ha ricordato che «lo scopo di questa petizione sovracomunale è chiedere la ridefinizione dell’intervento denominato “ospedale unico” di Regione Lombardia, trasformandolo eventualmente in “ospedale nuovo”, da far nascere come polo di eccellenza a supporto dei servizi sanitari e ospedalieri di Gallarate e Busto Arsizio».

«L’ampia, sorprendentemente partecipata manifestazione davanti al Sant’Antonio Abate ci ha convinto della necessità di avviare questa raccolta firme – ha spiegato –. Con la convinzione che l’ospedale non dovesse essere chiuso. Le 13.086 firme sono state depositate lo scorso 29 settembre, alla vigilia del 150esimo anniversario dell’ospedale. Anche alcuni medici hanno sottoscritto questa petizione. È un appello che portiamo a questo tavolo, con la richiesta di riconsiderare il progetto».

Licata: «Percorso decisionale poco trasparente»

Licata ha parlato di «percorso decisionale poco trasparente. È mancato il coinvolgimento nelle giuste modalità dei cittadini che adesso cercano di dire la propria. La petizione deve essere l’occasione per ripartire con un ragionamento che porti a una sanità più efficiente nel territorio. Si rimettano in discussioni certi aspetti poco chiari a noi consiglieri e certamente anche ai cittadini».

A margine ha aggiunto che «l’attuale accordo di programma ha una natura più infrastrutturale che sociale e sanitaria, non chiarendo la destinazione delle due attuali strutture ospedaliere e senza sufficienti garanzie sulla effettiva qualità dei servizi sanitari quando i lavori saranno ultimati, né nella fase transitoria di esecuzione delle opere».
Necessaria, dunque, «una integrazione all’attuale accordo di programma, che intendiamo formalizzare all’interno di una risoluzione, da costruire in commissione Sanità e portare poi in Consiglio regionale.

Frontalieri, Licata (Iv): «Giorgetti intervenga subito»

Tratto da laPrealpina.it

Italia Viva chiede al ministro dell’Economia chiarezza sulla definizione di “Comuni di confine” per i lavoratori che si spostano in Svizzera.

«Sul frontalierato la Lega fa opposizione a sé stessa e presenta in Consiglio regionale una mozione per chiedere al ministro Giorgetti, della Lega, di chiarire le recenti discrasie emerse sulla definizione di “Comuni di confine”, che hanno giustamente allarmato molti lavoratori frontalieri per il rischio di perdere le agevolazioni fiscali. Così Giuseppe Licata, consigliere regionale di Italia Viva e membro della commissione “Rapporti tra Lombardia e Svizzera”.

L’INTERVENTO DEL CONSIGLIERE DI ITALIA VIVA

Ieri, martedì 26 marzo, l’ex sindaco di Lozza è intervenuto in aula nella discussione sulla mozione presentata dalla leghista Silvana Snider. «La Lega – spiega Licata – che ha da tempo abbandonato la causa dei frontalieri, affibbiandogli anche la nuova tassa sanitaria, fa il gioco delle tre carte per confondere i lombardi in vista delle prossime tornate elettorali. Peraltro, la mozione ricalca una Risoluzione presentata alla Camera dall’onorevole Mauro del Barba di Italia Viva, con la quale ha posto già da tempo la medesima richiesta di chiarezza sulle questioni interpretative degli accordi tra Italia e Svizzera e che è tuttora in attesa di parere proprio del ministro Giorgetti».

LICATA: «CANCELLARE LA TASSA SANITARIA SUI FRONTALIERI»

«In Consiglio regionale il nostro gruppo ha ovviamente votato favorevolmente la mozione – prosegue Licata -, ricordando però alla Lega che da parte loro sarebbe bastata una telefonata al ministro Giorgetti, lombardo e loro compagno di partito, per sollecitarlo a dare parere favorevole alla risoluzione presentata da Italia Viva alla Camera, riaffermando definitivamente che per l’Italia esiste un unico elenco dei Comuni di confine, formato da tutte quelle località che sono poste entro i venti chilometri tra i due Stati. E già che ci sono, sempre con una telefonata, gli potrebbero chiedere di cancellare la tassa sanitaria sui frontalieri da lui istituita. Su quest’ultima, presenteremo a breve una mozione per chiedere la convocazione del tavolo regionale chiamato a decidere se introdurla in Lombardia e in che misura».

Il primo anno di attività del consigliere regionale Licata: «103 atti con obiettivi concreti raggiunti»

Tratto da VareseNoi.it

Si è chiuso il primo anno al Pirellone per l’ex sindaco di Lozza, già segretario provinciale varesino di Italia Viva. Dalle scuole materne ai minori, dal patentino digitale alla sicurezza sui treni: «Un’attività politica incentrata sulle proposte», osserva.

Si è chiuso il primo anno al Pirellone per il consigliere regionale Giuseppe Licata, già sindaco di Lozza per due mandati e già segretario provinciale varesino di Italia Viva.
«Un anno bello tosto, di lavoro e di battaglie – è il bilancio – in uno scenario di tempesta perfetta, per le troppe inefficienze e l’immobilismo della Regione, in un’epoca di crisi sociali ed economiche che invece richiederebbero velocità di risposta e coraggio di cambiare schemi che si sono dimostrati inadeguati».

Licata si riferisce in particolare «al sistema sanitario regionale e ai trasporti pubbliciservizi assolutamente non all’altezza della Lombardia. Tanti i temi di cui mi sono occupato – prosegue -. Fin qui sono stato firmatario di 103 atti, tra interrogazioni, mozioni e interpellanze. Un’attività politica che ho incentrato sulle proposte e, quando necessario, sul dialogo anche con gli altri partiti, per riuscire portare a casa risultati tangibili per i lombardi».

Il consigliere regionale parla proprio di una «opposizione orientata ai risultati». E rivendica alcuni obiettivi raggiunti nei primi dodici mesi sui banchi dell’assise di Palazzo Pirelli.

Dalle scuole materne ai minori, dal patentino digitale alla sicurezza sui treni

Alla fine dello scorso gennaio, Licata aveva accolto con soddisfazione l’incremento dei fondi per le scuole materne paritarie. Proprio lui, in più di un’occasione, aveva chiesto di intervenire in questo senso, a favore di un servizio «di fondamentale importanza sul piano educativo e di sostegno ai genitori che devono conciliare il lavoro e la gestione dei figli».
Le richieste erano state bocciate, ma a distanza di qualche tempo i contributi annuali sono stati aumentati di 4 milioni, da 8 a 12. Soddisfatto, dunque, per un provvedimento per il quale aveva “pungolato” la giunta Fontana. «Ma rimane ancora tanto da fare – ammette – perché in Lombardia i posti disponibili nelle scuole dell’infanzia coprono appena il 29 per cento delle reali necessità».

Lo stesso era accaduto a proposito delle risorse per i Comuni chiamati a farsi carico del mantenimento dei minori in comunità.  Il consigliere di Italia Viva aveva invitato l’esecutivo ad aumentare i fondi, ma il suo ordine del giorno era stato bocciato. A distanza di poco tempo era però arrivato l’annuncio dello stanziamento di due milioni e mezzo, la somma da lui proposta. Un provvedimento importante poiché, aveva fatto notare Licata, «dopo il Covid si è registrato un sensibile aumento della spesa sociale nei Comuni, in particolare quella connessa al mantenimento dei minori in strutture protette».

Tra gli obiettivi raggiunti rientra l’approvazione all’unanimità della mozione, di cui Licata era primo firmatario, per l’istituzione del patentino digitale nelle scuole secondarie di primo grado. L’obiettivo è quello di contrastare un fenomeno pericoloso come il cyberbullismo e, più in generale, promuovere un uso consapevole dello smartphone, della Rete e dei social, che presentano diversi rischi per i minori: dal facile accesso a contenuti pornografici e violenti alle fake news.
Licata si è quindi fatto portavoce della proposta del patentino digitale: «Un riconoscimento che dovrà essere rilasciato dalla scuola agli alunni che hanno partecipato a specifici corsi, con il coinvolgimento dei genitori».
Dopo il via libera unanime al Pirellone, il progetto inizierà ad essere sviluppato con dei gruppi di lavoro che, anticipa Licata, «mi auguro verranno avviati subito dopo Pasqua».

Un altro traguardo riguarda la convenzione con Trenord che consente alle forze dell’ordine di viaggiare gratuitamente sui treni regionali. Il consigliere di opposizione aveva denunciato il mancato rinnovo dell’accordo, presentando anche un’interrogazione. Nel giro di poche settimane era poi stata ripristinata una convenzione che, rimarca Licata, «si traduce soprattutto in più controllo e sicurezza sui nostri treni, poiché gli agenti, anche fuori servizio, sono tenuti ad intervenire in situazioni di pericolo per i passeggeri e il personale di bordo».

Finanziamenti alle nuove imprese, Licata (Italia Viva): «Nella risposta alla mia interpellanza Regione promette nuove risorse»

Tratto da VareseNoi.it

«Ho accolto con favore gli impegni presi dall’Assessore, ma nella mia replica ho puntualizzato la necessità di concentrare in futuro maggiori fondi regionali su iniziative, come questa, di impulso all’economia lombarda e all’occupazione» aggiunge il consigliere regionale di Italia Viva.

“In risposta alla mia interpellanza che ho presentato oggi in Commissione Attività Produttive, bene l’impegno che si è preso l’assessore regionale allo Sviluppo Economico Guido Guidesi di mettere nuove risorse nel bando Nuova Impresa”, così Giuseppe Licata, consigliere regionale di Italia Viva e componente della Commissione IV Attività Produttive, Istruzione, Formazione e Occupazione.

“Il bando – continua Licata – emesso nel 2023 che eroga contributi a chi apre una nuova attività si è chiuso anticipatamente per l’esaurimento delle risorse, lasciando fuori circa 300 nuove imprese lombarde che avevano richiesto il contributo. Per questo ho sollevato la questione con una interpellanza presentata oggi in Commissione. Nella risposta, l’assessore Guidesi si è impegnato a stanziare entro le prossime due settimane ulteriori 2 milioni di euro che consentiranno di finanziare tutte le domande ammissibili pervenute fino a gennaio. L’assessore si è inoltre impegnato alla pubblicazione entro il prossimo maggio di un nuovo bando Nuova Impresa per il 2024, che sarà finanziato con 3,7 milioni di euro”.

“Ho accolto con favore gli impegni presi dall’Assessore, ma nella mia replica ho puntualizzato la necessità di concentrare in futuro maggiori fondi regionali su iniziative, come questa, di impulso all’economia lombarda e all’occupazione, evitando la frammentazione delle risorse, che significa dare poco o pochissimo a tanti e a sufficienza a nessuno, politica buona per dire che si è intervenuto su tutti i settori, ma senza una visione e una progettualità che porti a veri risultati incisivi per il futuro della nostra regione”, conclude.

Pnrr, “serve meno burocrazia e sostegni per i Comuni”

Tratto da VareseNews.it

Molti Comuni non hanno le disponibilità di cassa per pagare i lavori resi possibili dai finanziamenti del superpiano europeo. La questione sollevata al Pirellone. Il consigliere varesino Licata: “Finlombarda e Cassa Depositi e Prestiti vengano incontro con mutui specifici“.

«Con la Risoluzione di oggi abbiamo chiesto a Stato e Regione di aiutare i Comuni impegnati nella realizzazione delle opere del PNRR, attivando sostegni finanziari da Finlombarda e Cassa Depositi e Prestiti, semplificando le attività di rendicontazione e rivedendo le modalità di impiego di personale esterno». Lo dice Giuseppe Licata, consigliere regionale Italia Viva e segretario della Commissione “PNRR, Monitoraggio utilizzo fondi europei ed Efficacia bandi regionali”,

«Molti Comuni non hanno le disponibilità di cassa per pagare i lavori del PNRR, in attesa di ricevere successivamente i fondi previsti. Per questo vogliamo che la società finanziaria regionale Finlombarda contribuisca ad anticipare queste somme e che Cassa Depositi e Prestiti eroghi mutui specifici a disposizione dei Comuni» spiega Licata, che è stato sindaco del piccolo Comune di Lozza, in provincia di Varese.

«Il tema finanziario riguarda particolarmente i piccoli comuni, il 60% del totale in Lombardia sono sotto i 2000 abitanti, che sono poi gli enti che stanno incontrando maggiori difficoltà nella realizzazione delle opere del PNRR. A questa categoria di Comuni è particolarmente rivolta la Risoluzione approvata oggi in Consiglio Regionale, che affronta anche le principali questioni burocratiche che stanno rallentando la realizzazione degli interventi nei territori. È il caso della piattaforma di rendicontazione Regis, incubo dei tecnici comunali, che chiediamo venga urgentemente semplificata. E anche dei limiti di azione troppo stringenti imposti alle figure professionali messe a disposizione dei Comuni, ritenute dagli stessi Comuni poco utili alla causa».

«Tutte istanze che sono arrivate alla Commissione PNRR dagli amministratori locali e dei tecnici comunali, insieme alla richiesta di soluzioni immediate, per aiutare realmente i Comuni, ossatura istituzionale del nostro Paese, di cogliere una sfida storica di innovazione, crescita, potenziamento dei servizi e delle infrastrutture e, in ultima analisi, miglioramento della qualità della vita dei cittadini».

Tessera sanitaria a punti, Licata: «Solo uno slogan se prima Regione non potenzia la sanità territoriale»

Tratto da VareseNoi.it

Il consigliere regionale di Italia Viva: «Prima risolviamo le inefficienze che disincentivano i cittadini ad aderire agli screening, dopo parliamo di raccolta punti e skipass gratuiti per chi è più ligio»

«Sul tema della prevenzione delle malattie servono misure serie e strutturate, non suggestioni e slogan. Prima risolviamo le inefficienze che disincentivano i cittadini ad aderire agli screening, dopo parliamo di raccolta punti e skipass gratuiti per chi è più ligio».

Così Giuseppe Licata, consigliere regionale di Italia Viva, a margine del dibattito di oggi in Consiglio regionale sulla proposta dell’assessore al Welfare Guido Bertolaso di premiare con skipass e cure termali i cittadini che partecipano alle attività di screening sanitari.

«Come chiarito dalla capogruppo Lisa Noja oggi in aula – prosegue – nostra posizione a riguardo è molto netta: non abbiamo pregiudizi ideologici su qualsiasi iniziativa possa tutelare maggiormente la salute dei lombardi, specie sul fronte della prevenzione delle malattie. Ma Regione ha anzitutto la responsabilità di potenziare i servizi sanitari territoriali, che siano davvero a portata dei cittadini, solo così i lombardi si sottoporranno più frequentemente agli screening sanitari. Allo stato attuale, la proposta di una tessera sanitaria a punti sembra più una sparata buona per i titoli dei giornali e per distogliere l’attenzione dai gravi problemi della sanità lombarda».