A Busto si riflette sul disagio giovanile. Licata: «Servono nuove soluzioni»

Tratto da VareseNoi.it

Al Museo del Tessile il convegno promosso dal consigliere regionale di Italia Viva. Ciro Cascone, ex procuratore capo del Tribunale dei minori di Milano: «La vera emergenza è fare prevenzione».

Disagio giovanile e problemi legati al mondo dei minori: se ne è discusso stamattina al Museo del Tessile di Busto Arsizio in un convegno promosso dal consigliere regionale di Italia Viva Giuseppe Licata.
Il quale, da sindaco di Lozza, aveva conosciuto il problema nei suoi diversi aspetti. Poi, dopo l’elezione al Pirellone, i contatti con realtà del terzo settore e addetti ai lavori si sono intensificati. E da più parti sono arrivate segnalazioni sull’incremento delle difficoltà in quest’ambito.

“Emergenza sociale – Giovani e minori, nuove istanze e modelli innovativi”, il titolo dell’incontro. «È un tema molto caldo che tante famiglie, tanti sindaci e amministratori locali segnalano – spiega Licata –. Dopo la pandemia c’è stato un incremento dei casi che riguardano i minori. Disagio giovanile, cyberbullismo: tanti temi che comportano problemi certamente sociali ma anche finanziari per i Comuni che sono in prima linea ad affrontarli». E, a fronte di istanze e problematiche nuove, «servono soluzioni e modelli altrettanto nuovi, con la collaborazione tra pubblico, privato e terzo settore», sottolinea l’esponente di Italia Viva.

Nel corso del dibattito a Busto sono emersi spunti e stimoli che il consigliere potrà portare all’attenzione dell’aula di Palazzo Pirelli: «Il mio lavoro in Regione si concentra molto anche su questo tema. Sono, tra l’altro, promotore del patentino digitale – ricorda – che vorremmo portare nelle scuole per sensibilizzare i ragazzi sui temi dell’utilizzo consapevole di social media e smartphone».

Tra i relatori della mattinata, Ciro Cascone, fino al luglio 2023 procuratore capo del Tribunale dei minori di Milano. Il quale si è concentrato sull’importanza della prevenzione, di cui si parla spesso e in maniera opportuna a proposito della sanità, ma che è necessaria anche in ambito sociale e socio-sanitario.  A suo dire, «emergenza è un termine che utilizziamo per “stupirci” di un problema e di una criticità che non riusciamo ad affrontare o che non ci siamo attrezzati per tempo ad affrontare. Mi sono occupato per vent’anni di minori e tante volte ho sentito questo termine, senza però vedere delle politiche di prevenzione». Fondamentale è rimuovere «le cause che generano il disagio e il malessere di tanti bambini e ragazzi che crescendo diventeranno degli adulti con problemi che si ripercuoteranno anche nel sociale. La vera emergenza è riuscire a modificare le politiche di prevenzione».

Sono intervenuti altri relatori qualificati: Anna Seveso e Andrea Sammali, responsabili Servizi tutela minori Azienda Speciale consortile Rete NeASS; Silvia Nanni, cofondatrice della Scuola di Legalità “Il Seme di Giustizia”; Giammatteo Secchi della cooperativa sociale “La casa davanti al sole”; Patrizia Bianchi, pedagogista e presidente della cooperativa “Educational Team”; Dario Colombo, coordinatore Network Aziende Speciali Sociali della Lombardia NeASS; Emanuele Fant di Progetto Ufo; don Marco Casale della Comunità residenziale per minori “Casa Sant’Antonio”.

L’assessore alle Politiche giovanili Daniela Cerana ha portato i saluti dell’amministrazione comunale, i consiglieri di Villa Recalcati Michele Di Toro e Giuseppina Lanza quelli della Provincia. Gerardo Corvatta, capo di gabinetto della prefettura, è intervenuto per il dottor Pasquariello.
Tra il pubblico c’erano i consiglieri comunali di Busto Marco Lanza (lista Antonelli) e Gianluca Castiglioni (Busto al Centro), oltre al segretario provinciale di Italia Viva Salvino Reina e a Carlo Alberto Coletto, che proprio ieri ha annunciato il passaggio da Azione al partito di Matteo Renzi (leggi qui). Presenti anche il sindaco di Caravate Nicola Tardugno con l’assessore Ilaria Azzimonti.

Il primo anno di attività del consigliere regionale Licata: «103 atti con obiettivi concreti raggiunti»

Tratto da VareseNoi.it

Si è chiuso il primo anno al Pirellone per l’ex sindaco di Lozza, già segretario provinciale varesino di Italia Viva. Dalle scuole materne ai minori, dal patentino digitale alla sicurezza sui treni: «Un’attività politica incentrata sulle proposte», osserva.

Si è chiuso il primo anno al Pirellone per il consigliere regionale Giuseppe Licata, già sindaco di Lozza per due mandati e già segretario provinciale varesino di Italia Viva.
«Un anno bello tosto, di lavoro e di battaglie – è il bilancio – in uno scenario di tempesta perfetta, per le troppe inefficienze e l’immobilismo della Regione, in un’epoca di crisi sociali ed economiche che invece richiederebbero velocità di risposta e coraggio di cambiare schemi che si sono dimostrati inadeguati».

Licata si riferisce in particolare «al sistema sanitario regionale e ai trasporti pubbliciservizi assolutamente non all’altezza della Lombardia. Tanti i temi di cui mi sono occupato – prosegue -. Fin qui sono stato firmatario di 103 atti, tra interrogazioni, mozioni e interpellanze. Un’attività politica che ho incentrato sulle proposte e, quando necessario, sul dialogo anche con gli altri partiti, per riuscire portare a casa risultati tangibili per i lombardi».

Il consigliere regionale parla proprio di una «opposizione orientata ai risultati». E rivendica alcuni obiettivi raggiunti nei primi dodici mesi sui banchi dell’assise di Palazzo Pirelli.

Dalle scuole materne ai minori, dal patentino digitale alla sicurezza sui treni

Alla fine dello scorso gennaio, Licata aveva accolto con soddisfazione l’incremento dei fondi per le scuole materne paritarie. Proprio lui, in più di un’occasione, aveva chiesto di intervenire in questo senso, a favore di un servizio «di fondamentale importanza sul piano educativo e di sostegno ai genitori che devono conciliare il lavoro e la gestione dei figli».
Le richieste erano state bocciate, ma a distanza di qualche tempo i contributi annuali sono stati aumentati di 4 milioni, da 8 a 12. Soddisfatto, dunque, per un provvedimento per il quale aveva “pungolato” la giunta Fontana. «Ma rimane ancora tanto da fare – ammette – perché in Lombardia i posti disponibili nelle scuole dell’infanzia coprono appena il 29 per cento delle reali necessità».

Lo stesso era accaduto a proposito delle risorse per i Comuni chiamati a farsi carico del mantenimento dei minori in comunità.  Il consigliere di Italia Viva aveva invitato l’esecutivo ad aumentare i fondi, ma il suo ordine del giorno era stato bocciato. A distanza di poco tempo era però arrivato l’annuncio dello stanziamento di due milioni e mezzo, la somma da lui proposta. Un provvedimento importante poiché, aveva fatto notare Licata, «dopo il Covid si è registrato un sensibile aumento della spesa sociale nei Comuni, in particolare quella connessa al mantenimento dei minori in strutture protette».

Tra gli obiettivi raggiunti rientra l’approvazione all’unanimità della mozione, di cui Licata era primo firmatario, per l’istituzione del patentino digitale nelle scuole secondarie di primo grado. L’obiettivo è quello di contrastare un fenomeno pericoloso come il cyberbullismo e, più in generale, promuovere un uso consapevole dello smartphone, della Rete e dei social, che presentano diversi rischi per i minori: dal facile accesso a contenuti pornografici e violenti alle fake news.
Licata si è quindi fatto portavoce della proposta del patentino digitale: «Un riconoscimento che dovrà essere rilasciato dalla scuola agli alunni che hanno partecipato a specifici corsi, con il coinvolgimento dei genitori».
Dopo il via libera unanime al Pirellone, il progetto inizierà ad essere sviluppato con dei gruppi di lavoro che, anticipa Licata, «mi auguro verranno avviati subito dopo Pasqua».

Un altro traguardo riguarda la convenzione con Trenord che consente alle forze dell’ordine di viaggiare gratuitamente sui treni regionali. Il consigliere di opposizione aveva denunciato il mancato rinnovo dell’accordo, presentando anche un’interrogazione. Nel giro di poche settimane era poi stata ripristinata una convenzione che, rimarca Licata, «si traduce soprattutto in più controllo e sicurezza sui nostri treni, poiché gli agenti, anche fuori servizio, sono tenuti ad intervenire in situazioni di pericolo per i passeggeri e il personale di bordo».

Licata e Noja: «Regione ripristini i sussidi per disabili gravi e caregiver»

Tratto da varesenoi.it

La «grande amarezza» dei due consiglieri di Italia Viva dopo il voto dell’aula di Palazzo Pirelli: «La giunta ha scelto la strada della sterile polemica politica»

«Grande amarezza. Non sappiamo come altro definire il nostro sentire dopo il voto con cui la maggioranza in Consiglio regionale ha rigettato la mozione delle opposizioni che chiedeva un impegno semplice alla giunta Fontana: garantire che, in mancanza di un intervento del governo Meloni, comunque Regione Lombardia avrebbe reperito le risorse necessarie per evitare lo sciagurato taglio ai sussidi per le persone con disabilità grave e i caregiver familiari previsto dalla delibera di dicembre».

Così in una nota congiunta Giuseppe Licata e Lisa Noja, consiglieri regionali di Italia Viva, a seguito della bocciatura nel Consiglio regionale di oggi della mozione presentata dalle opposizioni per chiedere il ripristino delle risorse destinate alle persone con disabilità e ai loro caregiver.

«Nei momenti di difficoltà – proseguono – chi governa può scegliere la strada della responsabilità oppure della sterile polemica politica. Spiace constatare che la giunta lombarda abbia preso questa seconda via, decidendo di non dare alle persone con disabilità e alle loro famiglie la serenità di sapere che comunque da giugno sarebbero state pienamente tutelate.

Purtroppo, la maggioranza si è adeguata a questa posizione incomprensibile e dannosa. Non è un dispetto alle minoranze, ma è il rifiuto di accogliere le istanze che provengono proprio da tutte le principali associazioni che rappresentano le persone con disabilità. Noi continueremo senza sosta a chiedere a Regione Lombardia di tornare sui propri passi e assicurare le risorse necessarie per tutelare le persone non autosufficienti e chi si prende cura di loro».