Parte da Varese la proposta di legge regionale per tutelare l’equo compenso di architetti, ingegneri e professionisti.

Tratto da VareseNews.it

L’Ordine degli Architetti di Varese ha lanciato un appello raccolto dai consiglieri regionali varesini Romana Dell’Erba e Giuseppe Licata, che hanno dato avvio all’iter per una proposta di legge regionale, discussa per la prima volta giovedì prossimo in Commissione regionale Attività Produttive.

Troppo spesso architetti, ingegneri e altri professionisti non ricevono i compensi concordati nei tempi previsti, sia dai privati che commissionano i progetti, sia dalle imprese che eseguono i lavori. Questo fenomeno, oltre a danneggiare i professionisti, può compromettere la qualità delle progettazioni e avere effetti negativi sulla fiscalità.

Per affrontare il problema, l’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Varese ha lanciato un appello tempo fa, ora raccolto dai consiglieri regionali varesini Romana Dell’Erba (Fratelli d’Italia) e Giuseppe Licata (Forza Italia), che dato avvio all’iter per una proposta di legge regionale che sarà discussa per la prima volta giovedì prossimo in Commissione regionale Attività Produttive.

«La norma – spiega Giuseppe Licata – vuole introdurre l’obbligo per Comuni ed Enti pubblici di verificare che tutti i professionisti coinvolti in un progetto siano stati regolarmente pagati prima di rilasciare permessi di costruzione o altre certificazioni. Questo principio di equo compenso è fondamentale, soprattutto quando si tratta di opere finanziate con soldi pubblici, per garantire correttezza e legalità».

UN PROGETTO NATO A VARESE

«La proposta – racconta Romana Dell’Erba – è nata durante un incontro organizzato dall’Ordine degli Architetti PPC di Varese con i consiglieri regionali del territorio. Sono felice che sia stato deciso di coinvolgere gli architetti, i pianificatori e i paesaggisti della provincia di Varese nella prima audizione, per raccogliere le loro istanze e trasformarle in una legge regionale. Norme simili esistono già in altre regioni come Liguria e Abruzzo, e il nostro obiettivo è mettere al centro sia i diritti dei professionisti sia l’interesse dei cittadini».

«Siamo fiduciosi – concludono Dell’Erba e Licata – che l’intero Consiglio Regionale, in particolare i consiglieri della provincia di Varese, collaboreranno per definire i prossimi passaggi e arrivare all’approvazione della legge».

Suicidio assistito, Licata e Noja: «La destra affossa la proposta di legge regionale nascondendosi dietro l’astensione»

Tratto da VareseNoi.it

Forte disappunto degli esponenti di Italia Viva dopo la discussione in commissione sulla proposta di legge popolare sul suicidio medicalmente assistito.

Non nascondono il disappunto i consiglieri regionali di Italia Viva, il varesino Giuseppe Licata e la capogruppo Lisa Noja: oggi in commissione consiliare era in discussione la proposta di legge popolare su suicidio medicalmente assistito ma, dice Licata, «nonostante le dichiarate aperture del presidente Attilio Fontana, la destra ha deciso di affossare la proposta di legge popolare sul suicidio medicalmente assistito, nascondendosi dietro un comportamento pilatesco».

Molto dura la consigliera Noja: «Quanto accaduto oggi in commissione è gravissimo. Prima la maggioranza ha scelto l’astensione sugli emendamenti che avrebbero apportato miglioramenti alla legge, ben sapendo che, così facendo, sarebbero stati bocciati. Poi ha annunciato che intende presentare una pregiudiziale di costituzionalità in aula, impedendo di fatto ogni possibilità di discussione».

«Stiamo parlando di una legge di civiltà – conclude Licata – che si limita a prevedere le procedure per dar seguito a quanto previsto dalla Corte Costituzionale, risparmiando a persone gravemente malate di dover ricorrere al giudice per ottenere un diritto ormai riconosciuto di accedere al suicidio medicalmente assistito.

La maggioranza ha così scelto di abbandonare cittadini gravemente malati nel momento di massimo bisogno e di scaricare sui medici il peso di scelte di cui invece dovrebbe farsi carico una politica degna di questo nome».