Licata: «Fibromialgia malattia complessa e debilitante, la Regione che cosa fa?»

Tratto da VareseNoi.it

Il consigliere di Italia Viva ha presentato un’interrogazione discussa questa mattina nell’assise di Palazzo Pirelli per fare il punto sulle azioni messe in campo a favore delle persone affette da questa patologia. L’iniziativa arriva a seguito di «segnalazioni di cittadini non soddisfatti dei servizi».

Intervento del consigliere regionale di Italia Viva Giuseppe Licata sulla fibromialgia. L’esponente di minoranza ha presentato un’interrogazione discussa questa mattina nell’assise di Palazzo Pirelli per fare il punto sulle azioni messe in campo dalla Regione a favore delle persone affette da questa patologia.
L’iniziativa è arrivata a seguito di «segnalazioni di cittadini non soddisfatti dei servizi».

«La fibromialgia – ha ricordato Licata – è una malattia reumatica complessa e debilitante riconosciuta dall’Oms nel 1992, caratterizzata, oltre che da dolore muscoloscheletrico cronico diffuso, anche da profondo affaticamento e da altre numerose manifestazioni cliniche a carico di diversi organi e apparati».
Stando ai dati diffusi dalla Società Italiana di Reumatologia, in Italia ne soffrono circa 2 milioni di persone.

Si tratta di una malattia non semplice da diagnosticare e, ha sottolineato Licata, «numerosi studi scientifici dimostrano che una precoce strategia terapeutica è in grado di modificarne il decorso».
Il consigliere di Italia Viva ha citato il decreto del ministero della Salute che nel 2022 assegnava a Regione Lombardia 854mila euro, da erogare «a seguito della comunicazione al ministero dell’individuazione dei centri regionali per la diagnosi e la cura della fibromialgia».
Nonché le delibere della giunta lombarda con cui venivano promossi «percorsi formativi per i medici di medicina generale, campagne di sensibilizzazione della popolazione e attivata una specifica commissione tecnica» e con cui veniva approvato un documento tecnico «al fine di identificare una rete regionale dei centri per la diagnosi e cura della fibromialgia».

L’assessore al Welfare Guido Bertolaso ha spiegato che «sono stati definiti tre livelli assistenziali per la gestione dei casi, da lievi ai più gravi. I centri regionali per la diagnosi e la cura includono il Niguarda (centro di coordinamento), i civili di Brescia, il San Matteo di Pavia, il San Raffaele e il Galeazzi. Regione ha stanziato 850 mila euro per un progetto biennale che prevede la creazione di una rete per la gestione dei pazienti, la creazione di un board di coordinamento di tecnici con una apposita commissione. Il progetto include la realizzazione di un modello di diagnosi e presa in carico, integrazione dei centri di riferimento con la rete dei medici di famiglia, la costituzione del registro regionale per questa tipologia di paziente, la formazione di operatori e aggiornamenti periodici tra centri e di rete coordinamento».

Licata ha replicato che «questa è un’interrogazione interlocutoria per capire meglio cosa sta accadendo, perché ci sono segnalazioni di cittadini non soddisfatti dei servizi che, al momento, sono percepiti come non sufficienti rispetto alle aspettative». L’impegno è quello di analizzare la relazione redatta dal Niguarda e messa a disposizione dall’assessore: «Poi torneremo su questo tema», ha fatto sapere il consigliere varesino.

Licata: “Approvata mia richiesta, Regione potenzierà servizi e continuità assistenziale sull’autismo”

Tratto da VareseNews.it

Il consigliere regionale di Italia Viva: “Bene l’approvazione unanime nell’ultimo Consiglio Regionale di questa mia richiesta, che è soprattutto un grido d’aiuto di associazioni e famiglie di persone autistiche».

«La rete di servizi socio sanitari dedicata ai soggetti con disturbo dello spettro autistico dovrà essere potenziata, garantendo una presa in carico tempestiva e una vera continuità assistenziale: bene l’approvazione unanime nell’ultimo Consiglio Regionale di questa mia richiesta, che è soprattutto un grido d’aiuto di associazioni e famiglie di persone autistiche», così Giuseppe Licata, consigliere regionale di Italia Viva, a margine del Consiglio Regionale dedicato al Piano Socio Sanitario lombardo.

Continua Licata: «I casi diagnosticati di persone affette da disturbo dello spettro autistico in Lombardia sono aumentati notevolmente dal 2015 ad oggi, anche grazie alle rinnovate misure diagnostiche sviluppate in campo neuroscientifico, arrivando a raggiungere circa i 1.600 nuovi casi all’anno, ovvero 134 nuove diagnosi al mese. A fronte di ciò, famiglie e associazioni continuano a segnalare le gravi carenze del sistema socio-sanitario, che dovrebbe seguire i pazienti e chi gli sta vicino. Nel mio ordine del giorno, approvato in Consiglio, ho chiesto a Regione degli impegni specifici: dal potenziamento delle UONPIA (Unità Operativa Neuropsichiatria Psicologia Infanzia Adolescenza) all’attivazione del nuovo Piano Operativo Regionale sull’Autismo, ancora fermo al palo. Ma soprattutto degli interventi realmente mirati e soggettivi, secondo i singoli casi sul piano clinico e sociale. Adesso attendiamo fiduciosi che Regione dimostri sul campo questa presa di coscienza e che passi dalle parole ai fatti», conclude.

Approvata la richiesta di Licata: gli esiti degli esami saranno caricati nel Fascicolo sanitario elettronico dei donatori di sangue

Tratto da VareseNoi.it

Buona notizia per gli iscritti ad Avis. Il consigliere regionale di Italia Viva: «Una significativa innovazione nel campo della sanità digitale e della solidarietà, che diventerà standard in tutta la Lombardia».

«Con la mia proposta approvata ieri sera in Consiglio regionale, i donatori di sangue lombardi iscritti ad Avis potranno accedere agli esiti degli esami del sangue direttamente dal proprio Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE). Una significativa innovazione nel campo della sanità digitale e della solidarietà, che diventerà standard in tutta la Lombardia, mentre oggi è attiva solo in alcune singole realtà».
Così Giuseppe Licata, consigliere regionale di Italia Viva e membro della commissione Sanità regionale.

Continua Licata: «In Lombardia nel 2023 sono stati registrati 261.811 donatori attivi, con un andamento delle donazioni che è rimasto stabile. Ad oggi non è automatico per i donatori trovare all’interno del Fascicolo Sanitario Elettronico, consultabile online, i risultati degli esami di donazione: una buona pratica incredibilmente ancora non standard per tutta la Lombardia. Gli esami di idoneità alla donazione rappresentano un’importante opportunità di monitoraggio della salute per i donatori stessi, includendo screening per HIV, HCV, epatite B e valori standard come trigliceridi ed emocromo. Fondamentale, quindi, averli disponibili nel modo più semplice ed immediato possibile. Con l’Ordine del Giorno approvato, la Regione fornirà precise indicazioni a tutte le Direzioni Sanitarie delle ASST lombarde e ai Direttori dei servizi trasfusionali, affinché si attivino rapidamente per garantire l’accesso diretto agli esiti degli esami attraverso il FSE. Saranno inoltre promosse le esperienze già avviate in alcune ASST lombarde per creare una rete di condivisione di modelli organizzativi efficaci».

«Sono soddisfatto perché questa pratica rappresenta un’importante semplificazione e agevolazione per i donatori, ma anche un incentivo a donare per tutti i cittadini, che potranno consultare i propri dati in modo rapido e sicuro, evitando lunghe attese e procedure complesse», conclude.

In commissione Sanità la petizione per il mantenimento dell’ospedale di Gallarate, Licata (IV): «Petizione sia occasione per risolvere criticità e lacune dell’accordo di programma»

Tratto da VareseNoi.it

«Tredicimila firme vogliono dire che il percorso decisionale ha mancato di trasparenza»: così il consigliere regionale di Italia Viva in commissione Sanità al Pirellone. È stata presentata la petizione promossa dal consigliere di Gallarate Massimo Gnocchi per chiedere il mantenimento del Sant’Antonio Abate.

“13.000 firme vogliono dire che questo accordo di programma presenta troppe incognite, criticità e lacune e che il percorso decisionale ha mancato di trasparenza”, così il consigliere regionale Giuseppe Licata (Italia Viva) intervenendo in commissione Sanità durante la presentazione della petizione promossa dal consigliere comunale di Gallarate Massimo Gnocchi per chiedere il mantenimento dell’ospedale Sant’Antonio Abate di Gallarate.

“Rilevo – spiega Licata a margine della commissione – che l’attuale accordo di programma per la realizzazione del nuovo ospedale di Busto Arsizio e Gallarate abbia una natura più infrastrutturale che sociale e sanitaria, non chiarendo soprattutto la futura destinazione delle due strutture ospedaliere di Gallarate e di Busto Arsizio e non fornendo sufficienti garanzie sulla effettiva offerta e qualità dei servizi sanitari in quel territorio quando i lavori saranno ultimati, né nella fase transitoria di esecuzione delle opere.

La petizione presentata oggi in Commissione ritengo debba rappresentare un’occasione per una necessaria e più approfondita discussione sull’accordo di programma del nuovo Ospedale, chiarendone gli aspetti più nebulosi e introducendo una nuova visione d’insieme che vada oltre il semplice progetto dell’immobile.

Una integrazione, insomma, all’attuale accordo di programma, che intendiamo formalizzare all’interno di una Risoluzione, da costruire in Commissione Sanità e portare poi in Consiglio Regionale, ovviamente con il coinvolgimento delle amministrazioni comunali. Questa la proposta che, insieme ad altri consiglieri regionali, faremo all’Assessore Guido Bertolaso e alla presidente della Commissione Sanità Patrizia Baffi”, conclude. 

Il primo anno di attività del consigliere regionale Licata: «103 atti con obiettivi concreti raggiunti»

Tratto da VareseNoi.it

Si è chiuso il primo anno al Pirellone per l’ex sindaco di Lozza, già segretario provinciale varesino di Italia Viva. Dalle scuole materne ai minori, dal patentino digitale alla sicurezza sui treni: «Un’attività politica incentrata sulle proposte», osserva.

Si è chiuso il primo anno al Pirellone per il consigliere regionale Giuseppe Licata, già sindaco di Lozza per due mandati e già segretario provinciale varesino di Italia Viva.
«Un anno bello tosto, di lavoro e di battaglie – è il bilancio – in uno scenario di tempesta perfetta, per le troppe inefficienze e l’immobilismo della Regione, in un’epoca di crisi sociali ed economiche che invece richiederebbero velocità di risposta e coraggio di cambiare schemi che si sono dimostrati inadeguati».

Licata si riferisce in particolare «al sistema sanitario regionale e ai trasporti pubbliciservizi assolutamente non all’altezza della Lombardia. Tanti i temi di cui mi sono occupato – prosegue -. Fin qui sono stato firmatario di 103 atti, tra interrogazioni, mozioni e interpellanze. Un’attività politica che ho incentrato sulle proposte e, quando necessario, sul dialogo anche con gli altri partiti, per riuscire portare a casa risultati tangibili per i lombardi».

Il consigliere regionale parla proprio di una «opposizione orientata ai risultati». E rivendica alcuni obiettivi raggiunti nei primi dodici mesi sui banchi dell’assise di Palazzo Pirelli.

Dalle scuole materne ai minori, dal patentino digitale alla sicurezza sui treni

Alla fine dello scorso gennaio, Licata aveva accolto con soddisfazione l’incremento dei fondi per le scuole materne paritarie. Proprio lui, in più di un’occasione, aveva chiesto di intervenire in questo senso, a favore di un servizio «di fondamentale importanza sul piano educativo e di sostegno ai genitori che devono conciliare il lavoro e la gestione dei figli».
Le richieste erano state bocciate, ma a distanza di qualche tempo i contributi annuali sono stati aumentati di 4 milioni, da 8 a 12. Soddisfatto, dunque, per un provvedimento per il quale aveva “pungolato” la giunta Fontana. «Ma rimane ancora tanto da fare – ammette – perché in Lombardia i posti disponibili nelle scuole dell’infanzia coprono appena il 29 per cento delle reali necessità».

Lo stesso era accaduto a proposito delle risorse per i Comuni chiamati a farsi carico del mantenimento dei minori in comunità.  Il consigliere di Italia Viva aveva invitato l’esecutivo ad aumentare i fondi, ma il suo ordine del giorno era stato bocciato. A distanza di poco tempo era però arrivato l’annuncio dello stanziamento di due milioni e mezzo, la somma da lui proposta. Un provvedimento importante poiché, aveva fatto notare Licata, «dopo il Covid si è registrato un sensibile aumento della spesa sociale nei Comuni, in particolare quella connessa al mantenimento dei minori in strutture protette».

Tra gli obiettivi raggiunti rientra l’approvazione all’unanimità della mozione, di cui Licata era primo firmatario, per l’istituzione del patentino digitale nelle scuole secondarie di primo grado. L’obiettivo è quello di contrastare un fenomeno pericoloso come il cyberbullismo e, più in generale, promuovere un uso consapevole dello smartphone, della Rete e dei social, che presentano diversi rischi per i minori: dal facile accesso a contenuti pornografici e violenti alle fake news.
Licata si è quindi fatto portavoce della proposta del patentino digitale: «Un riconoscimento che dovrà essere rilasciato dalla scuola agli alunni che hanno partecipato a specifici corsi, con il coinvolgimento dei genitori».
Dopo il via libera unanime al Pirellone, il progetto inizierà ad essere sviluppato con dei gruppi di lavoro che, anticipa Licata, «mi auguro verranno avviati subito dopo Pasqua».

Un altro traguardo riguarda la convenzione con Trenord che consente alle forze dell’ordine di viaggiare gratuitamente sui treni regionali. Il consigliere di opposizione aveva denunciato il mancato rinnovo dell’accordo, presentando anche un’interrogazione. Nel giro di poche settimane era poi stata ripristinata una convenzione che, rimarca Licata, «si traduce soprattutto in più controllo e sicurezza sui nostri treni, poiché gli agenti, anche fuori servizio, sono tenuti ad intervenire in situazioni di pericolo per i passeggeri e il personale di bordo».

Tessera sanitaria a punti, Licata: «Solo uno slogan se prima Regione non potenzia la sanità territoriale»

Tratto da VareseNoi.it

Il consigliere regionale di Italia Viva: «Prima risolviamo le inefficienze che disincentivano i cittadini ad aderire agli screening, dopo parliamo di raccolta punti e skipass gratuiti per chi è più ligio»

«Sul tema della prevenzione delle malattie servono misure serie e strutturate, non suggestioni e slogan. Prima risolviamo le inefficienze che disincentivano i cittadini ad aderire agli screening, dopo parliamo di raccolta punti e skipass gratuiti per chi è più ligio».

Così Giuseppe Licata, consigliere regionale di Italia Viva, a margine del dibattito di oggi in Consiglio regionale sulla proposta dell’assessore al Welfare Guido Bertolaso di premiare con skipass e cure termali i cittadini che partecipano alle attività di screening sanitari.

«Come chiarito dalla capogruppo Lisa Noja oggi in aula – prosegue – nostra posizione a riguardo è molto netta: non abbiamo pregiudizi ideologici su qualsiasi iniziativa possa tutelare maggiormente la salute dei lombardi, specie sul fronte della prevenzione delle malattie. Ma Regione ha anzitutto la responsabilità di potenziare i servizi sanitari territoriali, che siano davvero a portata dei cittadini, solo così i lombardi si sottoporranno più frequentemente agli screening sanitari. Allo stato attuale, la proposta di una tessera sanitaria a punti sembra più una sparata buona per i titoli dei giornali e per distogliere l’attenzione dai gravi problemi della sanità lombarda».

Autismo, Licata: «Piano regionale scaduto, Regione garantisca continuità e potenzi gli interventi»

Tratto da Varesenoi.it

Il consigliere di Italia Viva ha presentato in assise un’interrogazione all’assessore Bertolaso: «Rimango fiducioso che non si perda altro tempo e sono pronto a dare il mio contributo con proposte specifiche»

«Regione non metta a rischio la continuità delle misure rivolte a persone affette da disturbo dello spettro autistico e alle loro famiglie. Si approvi al più presto il nuovo Piano regionale operativo sull’autismo (Poa), per garantire risorse e interventi fondamentali per potenziare i percorsi di presa in carico, in un’ottica di sempre maggiore integrazione delle prestazioni sanitarie, sociali ed educative», così Giuseppe Licata, consigliere regionale di Italia Viva, nel corso di una interrogazione posta oggi in aula all’assessore regionale alla Sanità Guido Bertolaso.

«Ogni anno in Lombardia – spiega Licata – si registrano 1.600 nuovi diagnosi di autismo, persone che hanno bisogno, insieme ai loro caregiver, di servizi strutturati riabilitativi e assistenziali, in rete con le associazioni e tutti i soggetti coinvolti. Tutte misure che dovrebbero essere contenute nel Poa, scaduto nel dicembre scorso, su cui Regione Lombardia per il biennio 2024-2025 è in grande ritardo. Per questo, oggi ho presentato in Consiglio una interrogazione all’Assessore Bertolaso, sollecitando la Regione a completare al più presto l’iter di stesura del nuovo Poa, che risponda ai bisogni delle persone con autismo e delle loro famiglie, non lasciandoli mai soli ad affrontare percorsi molto complessi, totalizzanti e spesso onerosi sul piano economico. Rimango fiducioso che la Regione non perda altro tempo e sono pronto a contribuire al nuovo piano con proposte specifiche».

Disturbi alimentari, appello di Licata e Gadda al Governo

Tratto da prealpina.it

Il consigliere regionale di Lozza e la vicepresidente di Italia Viva contestano il taglio dei fondi: «Ripristinateli»

«Il Governo Meloni ha azzerato il fondo per il contrasto ai disturbi dell’alimentazione, molti malati e le loro famiglie rischiano di rimanere senza un servizio di cura essenziale. Chiediamo che Regione Lombardia solleciti il Governo affinché tali risorse vengano immediatamente ripristinate!». Così Giuseppe Licata, consigliere regionale di Italia Viva, primo firmatario della mozione in Regione Lombardia, e l’onorevole Maria Chiara Gadda vicepresidente del gruppo di Italia Viva alla Camera.

«I 25 milioni di euro stanziati nel 2021 – spiegano – hanno contribuito in questi anni all’apertura di una rete nazionale di ambulatori nei quali migliaia di pazienti affetti da anoressia e bulimia hanno trovato cure e conforto. Sono 126 i centri censiti a livello nazionale dedicati alla cura dei Dna, di cui 15 in Lombardia. Tali malattie sono la seconda causa di morte tra i giovani, dopo gli incidenti stradali».

«L’età di esordio dei disturbi alimentari – proseguono Gadda e Licata – normalmente compresa tra i 15 e i 19 anni, si sta progressivamente abbassando. La pandemia ha acuito condizioni di disagio psichico e sociale, facendo registrare negli ultimi tre anni un raddoppio dei casi di anoressia e bulimia».

«Il Governo Meloni cancella le risorse per il contrasto ai disturbi alimentari, così in Lombardia e in tutta Italia chiuderanno gli ambulatori dedicati a queste malattie. – afferma il consigliere regionale Licata – Per questo, in Regione ho presentato una Mozione affinché Attilio Fontana e la sua Giunta chiedano subito ai loro compagni di partito del Governo nazionale di ripristinare queste risorse».

«Nel 2022 in Italia – sottolinea Maria Chiara Gadda – sono stati 3000 i decessi legati a disturbi dell’alimentazione. Ai fini della guarigione, risulta fondamentale che gli specialisti possano seguire con continuità e tempestività i malati e le loro famiglie. Non bisognava tagliare quei 25 milioni, semmai incrementarli vista questa emergenza sociale. Molti centri chiuderanno o dovranno ridimensionare un servizio, per altro già insufficiente rispetto alla richiesta»

«Questa è una battaglia di buonsenso – affermano Licata e Gadda – che Italia Viva sta portando avanti sin dalla legge di bilancio. Dopo la mancata approvazione dell’emendamento, abbiamo lanciato sul sito nazionale del partito una raccolta firme per dare forza a questa iniziativa politica a favore di chi tutti i giorni deve fare i conti con queste malattie. E ora vogliamo che anche i Consigli Regionali si esprimano».

«Il Governo sta dimostrando scarsa consapevolezza delle conseguenze sui cittadini di queste grossolane decisioni. In Lombardia, poi, questi tagli vanno ad aggravare la situazione di un sistema sanitario già in affanno, specie in termini di sanità territoriale e di sempre maggiore pressione sui pronto soccorso e sugli ospedali. Ora speriamo che la Regione faccia sentire la propria voce e che il Governo torni sui propri passi» concludono i due esponenti di Italia Viva.