La commissione regionale Sanità archivia la petizione da 13mila firme sull’ospedale di Gallarate.

Protesta l’opposizione, Ferrazzi (misto): «Incomprensibile». Licata (Italia Viva): «Occasione persa».

Ad aprile la commissione regionale Sanità aveva discusso della petizione sull’ospedale sottoscritta da 13mila cittadini di Gallarate e dintorni.
Oggi ne è stata votata l’archiviazione, tra le proteste dei consiglieri varesini d’opposizione.

Luca Ferrazzi, esponente gallaratese del gruppo misto al Pirellone ricorda che il testo chiedeva «garanzie sul mantenimento di servizi territoriali efficienti e sicuri» presso l’ospedale Sant’Antonio Abate. In attesa della realizzazione del nuovo noscomio di Busto e Gallarate.
Tra l’altro, aggiunge Ferrazzi in una nota, non è stata accolta la sua proposta di audizione del direttore generale dell’Asst Valle Olona «che avrebbe potuto spiegare in modo trasparente i programmi dei prossimi anni prima della realizzazione del nuovo ospedale».

«Incomprensibile e inqualificabile», per Ferrazzi, «l’atteggiamento della maggioranza». Il consigliere di opposizione ricorda anche la bocciatura della mozione da lui recentemente presentata e discussa a Palazzo Pirelli «dove si chiedeva che il mantenimento delle funzioni sanitarie non fosse residuale rispetto alla rigenerazione e riqualificazione urbana dell’attuale sedime ospedaliero» (leggi qui).

Giuseppe Licata (Italia Viva) parla di «un’occasione persa di trasparenza e di condivisione di un progetto del valore di 440 milioni di euro che riguarda la salute di migliaia di cittadini».

«L’ospedale – continua Licata – non è soltanto un immobile, ma soprattutto un insieme di servizi. Anomalo che l’accordo di programma approvato non parli delle funzioni sanitarie che verranno svolte nelle strutture in realizzazione e in quelle esistenti, anche nella fase transitoria dei lavori, concentrandosi invece sugli aspetti urbanistici. Dalla petizione sarebbe potuto scaturire una nuova fase di confronto e approfondimento, soprattutto per fornire i necessari chiarimenti, chiesti a gran voce dai cittadini. Spiace molto non sia andata così». Con una “promessa”: «Insieme agli altri colleghi consiglieri, ci faremo carico di portare ancora le istanze di questi cittadini in Consiglio regionale e in commissione Sanità. Non finisce qui».

Licata: «Fibromialgia malattia complessa e debilitante, la Regione che cosa fa?»

Tratto da VareseNoi.it

Il consigliere di Italia Viva ha presentato un’interrogazione discussa questa mattina nell’assise di Palazzo Pirelli per fare il punto sulle azioni messe in campo a favore delle persone affette da questa patologia. L’iniziativa arriva a seguito di «segnalazioni di cittadini non soddisfatti dei servizi».

Intervento del consigliere regionale di Italia Viva Giuseppe Licata sulla fibromialgia. L’esponente di minoranza ha presentato un’interrogazione discussa questa mattina nell’assise di Palazzo Pirelli per fare il punto sulle azioni messe in campo dalla Regione a favore delle persone affette da questa patologia.
L’iniziativa è arrivata a seguito di «segnalazioni di cittadini non soddisfatti dei servizi».

«La fibromialgia – ha ricordato Licata – è una malattia reumatica complessa e debilitante riconosciuta dall’Oms nel 1992, caratterizzata, oltre che da dolore muscoloscheletrico cronico diffuso, anche da profondo affaticamento e da altre numerose manifestazioni cliniche a carico di diversi organi e apparati».
Stando ai dati diffusi dalla Società Italiana di Reumatologia, in Italia ne soffrono circa 2 milioni di persone.

Si tratta di una malattia non semplice da diagnosticare e, ha sottolineato Licata, «numerosi studi scientifici dimostrano che una precoce strategia terapeutica è in grado di modificarne il decorso».
Il consigliere di Italia Viva ha citato il decreto del ministero della Salute che nel 2022 assegnava a Regione Lombardia 854mila euro, da erogare «a seguito della comunicazione al ministero dell’individuazione dei centri regionali per la diagnosi e la cura della fibromialgia».
Nonché le delibere della giunta lombarda con cui venivano promossi «percorsi formativi per i medici di medicina generale, campagne di sensibilizzazione della popolazione e attivata una specifica commissione tecnica» e con cui veniva approvato un documento tecnico «al fine di identificare una rete regionale dei centri per la diagnosi e cura della fibromialgia».

L’assessore al Welfare Guido Bertolaso ha spiegato che «sono stati definiti tre livelli assistenziali per la gestione dei casi, da lievi ai più gravi. I centri regionali per la diagnosi e la cura includono il Niguarda (centro di coordinamento), i civili di Brescia, il San Matteo di Pavia, il San Raffaele e il Galeazzi. Regione ha stanziato 850 mila euro per un progetto biennale che prevede la creazione di una rete per la gestione dei pazienti, la creazione di un board di coordinamento di tecnici con una apposita commissione. Il progetto include la realizzazione di un modello di diagnosi e presa in carico, integrazione dei centri di riferimento con la rete dei medici di famiglia, la costituzione del registro regionale per questa tipologia di paziente, la formazione di operatori e aggiornamenti periodici tra centri e di rete coordinamento».

Licata ha replicato che «questa è un’interrogazione interlocutoria per capire meglio cosa sta accadendo, perché ci sono segnalazioni di cittadini non soddisfatti dei servizi che, al momento, sono percepiti come non sufficienti rispetto alle aspettative». L’impegno è quello di analizzare la relazione redatta dal Niguarda e messa a disposizione dall’assessore: «Poi torneremo su questo tema», ha fatto sapere il consigliere varesino.

Licata: “Approvata mia richiesta, Regione potenzierà servizi e continuità assistenziale sull’autismo”

Tratto da VareseNews.it

Il consigliere regionale di Italia Viva: “Bene l’approvazione unanime nell’ultimo Consiglio Regionale di questa mia richiesta, che è soprattutto un grido d’aiuto di associazioni e famiglie di persone autistiche».

«La rete di servizi socio sanitari dedicata ai soggetti con disturbo dello spettro autistico dovrà essere potenziata, garantendo una presa in carico tempestiva e una vera continuità assistenziale: bene l’approvazione unanime nell’ultimo Consiglio Regionale di questa mia richiesta, che è soprattutto un grido d’aiuto di associazioni e famiglie di persone autistiche», così Giuseppe Licata, consigliere regionale di Italia Viva, a margine del Consiglio Regionale dedicato al Piano Socio Sanitario lombardo.

Continua Licata: «I casi diagnosticati di persone affette da disturbo dello spettro autistico in Lombardia sono aumentati notevolmente dal 2015 ad oggi, anche grazie alle rinnovate misure diagnostiche sviluppate in campo neuroscientifico, arrivando a raggiungere circa i 1.600 nuovi casi all’anno, ovvero 134 nuove diagnosi al mese. A fronte di ciò, famiglie e associazioni continuano a segnalare le gravi carenze del sistema socio-sanitario, che dovrebbe seguire i pazienti e chi gli sta vicino. Nel mio ordine del giorno, approvato in Consiglio, ho chiesto a Regione degli impegni specifici: dal potenziamento delle UONPIA (Unità Operativa Neuropsichiatria Psicologia Infanzia Adolescenza) all’attivazione del nuovo Piano Operativo Regionale sull’Autismo, ancora fermo al palo. Ma soprattutto degli interventi realmente mirati e soggettivi, secondo i singoli casi sul piano clinico e sociale. Adesso attendiamo fiduciosi che Regione dimostri sul campo questa presa di coscienza e che passi dalle parole ai fatti», conclude.

Approvata la richiesta di Licata: gli esiti degli esami saranno caricati nel Fascicolo sanitario elettronico dei donatori di sangue

Tratto da VareseNoi.it

Buona notizia per gli iscritti ad Avis. Il consigliere regionale di Italia Viva: «Una significativa innovazione nel campo della sanità digitale e della solidarietà, che diventerà standard in tutta la Lombardia».

«Con la mia proposta approvata ieri sera in Consiglio regionale, i donatori di sangue lombardi iscritti ad Avis potranno accedere agli esiti degli esami del sangue direttamente dal proprio Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE). Una significativa innovazione nel campo della sanità digitale e della solidarietà, che diventerà standard in tutta la Lombardia, mentre oggi è attiva solo in alcune singole realtà».
Così Giuseppe Licata, consigliere regionale di Italia Viva e membro della commissione Sanità regionale.

Continua Licata: «In Lombardia nel 2023 sono stati registrati 261.811 donatori attivi, con un andamento delle donazioni che è rimasto stabile. Ad oggi non è automatico per i donatori trovare all’interno del Fascicolo Sanitario Elettronico, consultabile online, i risultati degli esami di donazione: una buona pratica incredibilmente ancora non standard per tutta la Lombardia. Gli esami di idoneità alla donazione rappresentano un’importante opportunità di monitoraggio della salute per i donatori stessi, includendo screening per HIV, HCV, epatite B e valori standard come trigliceridi ed emocromo. Fondamentale, quindi, averli disponibili nel modo più semplice ed immediato possibile. Con l’Ordine del Giorno approvato, la Regione fornirà precise indicazioni a tutte le Direzioni Sanitarie delle ASST lombarde e ai Direttori dei servizi trasfusionali, affinché si attivino rapidamente per garantire l’accesso diretto agli esiti degli esami attraverso il FSE. Saranno inoltre promosse le esperienze già avviate in alcune ASST lombarde per creare una rete di condivisione di modelli organizzativi efficaci».

«Sono soddisfatto perché questa pratica rappresenta un’importante semplificazione e agevolazione per i donatori, ma anche un incentivo a donare per tutti i cittadini, che potranno consultare i propri dati in modo rapido e sicuro, evitando lunghe attese e procedure complesse», conclude.

Funzioni sanitarie: mozione per mantenerle nelle aree ospedaliere di Busto e Gallarate

Tratto da VareseNoi.it

La richiesta, che approderà in Consiglio Regionale, porta le firme dei consiglieri Luca Ferrazzi, Samuele Astuti e Giuseppe Licata. Il primo: «Al di là di alcune dichiarazioni, non è scritto da nessuna parte che le funzioni saranno sostanziali. Poniamo la questione in vista degli Accordi di programma specifici, riguardanti i due sedimi». Sottolineatura sulla “petizione delle 13mila firme”.

Indicare in modo chiaro, nei due Accordi di programma dedicati, che le aree in cui sorgono gli attuali ospedali di Busto e Gallarate mantengano significative funzioni sanitarie anche dopo la realizzazione della nuova struttura a Beata Giuliana: è il primo impegno contenuto in una mozione che sarà trattata in Consiglio regionale. La presentano Luca Ferrazzi (Lombardia Migliore), Samuele Astuti (Partito Democratico) e Giuseppe Licata (Azione Italia Viva RE). Il testo è stato sottoscritto anche da Nicolas Gallizzi (Noi moderati), Paola Pizzighini (M5S), Manfredi Palmeri (LM), Martina Sassoli (LM).

«A parole – spiega Luca Ferrazzi – è emersa a più riprese, in diversi dibattiti, la volontà di mantenere funzioni sanitarie là dove oggi sorgono i due ospedali, in strutture che diventerebbero complementari a quella nuova. Ma di scritto, per ora, non c’è nulla. Ecco, con Astuti, Licata e gli altri firmatari della mozione condivido l’obiettivo di fare chiarezza su questo punto. Pensando, ovviamente, agli Accordi di programma che, dopo quello relativo al nuovo ospedale, devono essere elaborati per le aree di Busto e Gallarate».

La mozione elenca snodi significativi nel percorso di avvicinamento all’ospedale unico, dal 2016 al passato recente. Con un riflettore puntato su dichiarazioni del direttore generale Welfare di Regione Lombardia, Giovanni Pavesi, nella Commissione Sanità a novembre 2023: «L’Accordo di programma (sull’ospedale unico, Ndr) non disciplina e non prevede la destinazione di utilizzo dei plessi che verranno a liberarsi […] Questo dell’utilizzo delle aree, delle strutture dei vecchi ospedali sarà oggetto di singoli accordi di programma promossi, lo abbiamo detto esplicitamente, dalle singole Amministrazioni comunali… vede in questi ospedali un possibile rafforzamento dei presidi territoriali, sia case di comunità che ospedali di comunità, che però per dovere di cronaca noi abbiamo già ipotizzato e collocato sul territorioQuello che succederà negli ex ospedali deve essere oggetto di valutazione».

Ancora, nell’Accordo di programma sull’ospedale unico si legge che, nelle aree di quelli esistenti, si possa procedere alla rigenerazione «…anche mantenendo funzioni sanitarie…». «Si dice “anche” – ragiona Ferrazzi – ce n’è abbastanza per pensare che le funzioni sanitarie da mantenere nelle aree di Busto e Gallarate potrebbero non essere necessariamente significative e risultare, invece, residuali. La mozione esprime la volontà opposta».

Il testo contiene altri due punti: la garanzia che le strutture esistenti continuino a dare adeguate risposte ai bisogni della popolazione fino all’entrata in funzione dell’ospedale a Beata Giuliana («La situazione ci preoccupa – afferma Ferrazzi – per la sofferenza degli ospedali e per i tempi necessari alla partenza del nuovo nosocomio») e la stipula di convenzioni Asst/università, così da potenziare gli organici con l’ingresso di medici specializzandi.

«La mozione – conclude Ferrazzi – non può certo essere tacciata di essere strumentale. Credo, fra l’altro, vada in una direzione che possa essere apprezzata dalle Amministrazioni comunali interessate». Considerazioni alle quali il consigliere ne aggiunge un’altra sulla nota “petizione delle 13mila firme” (vedi qui). Presentata in Commissione Sanità (e citata nella mozione sottoscritta con Astuti e Licata) sembra finita in un limbo: «Che si fa, la archiviamo? Andrebbe discussa, non farlo sarebbe come minimo irrispettoso».

In commissione Sanità la petizione per il mantenimento dell’ospedale di Gallarate, Licata (IV): «Petizione sia occasione per risolvere criticità e lacune dell’accordo di programma»

Tratto da VareseNoi.it

«Tredicimila firme vogliono dire che il percorso decisionale ha mancato di trasparenza»: così il consigliere regionale di Italia Viva in commissione Sanità al Pirellone. È stata presentata la petizione promossa dal consigliere di Gallarate Massimo Gnocchi per chiedere il mantenimento del Sant’Antonio Abate.

“13.000 firme vogliono dire che questo accordo di programma presenta troppe incognite, criticità e lacune e che il percorso decisionale ha mancato di trasparenza”, così il consigliere regionale Giuseppe Licata (Italia Viva) intervenendo in commissione Sanità durante la presentazione della petizione promossa dal consigliere comunale di Gallarate Massimo Gnocchi per chiedere il mantenimento dell’ospedale Sant’Antonio Abate di Gallarate.

“Rilevo – spiega Licata a margine della commissione – che l’attuale accordo di programma per la realizzazione del nuovo ospedale di Busto Arsizio e Gallarate abbia una natura più infrastrutturale che sociale e sanitaria, non chiarendo soprattutto la futura destinazione delle due strutture ospedaliere di Gallarate e di Busto Arsizio e non fornendo sufficienti garanzie sulla effettiva offerta e qualità dei servizi sanitari in quel territorio quando i lavori saranno ultimati, né nella fase transitoria di esecuzione delle opere.

La petizione presentata oggi in Commissione ritengo debba rappresentare un’occasione per una necessaria e più approfondita discussione sull’accordo di programma del nuovo Ospedale, chiarendone gli aspetti più nebulosi e introducendo una nuova visione d’insieme che vada oltre il semplice progetto dell’immobile.

Una integrazione, insomma, all’attuale accordo di programma, che intendiamo formalizzare all’interno di una Risoluzione, da costruire in Commissione Sanità e portare poi in Consiglio Regionale, ovviamente con il coinvolgimento delle amministrazioni comunali. Questa la proposta che, insieme ad altri consiglieri regionali, faremo all’Assessore Guido Bertolaso e alla presidente della Commissione Sanità Patrizia Baffi”, conclude. 

Ospedale, in Regione le preoccupazioni dei gallaratesi. L’opposizione chiede di mettere nero su bianco gli impegni

Tratto da VareseNoi.it

La commissione Sanità si è occupata della petizione sottoscritta da 13mila cittadini, promossa da Obiettivo Comune. I consiglieri Ferrazzi e Licata hanno proposto una risoluzione relativa agli impegni da prendere da qui alla realizzazione dell’ospedale nuovo di Busto e Gallarate. Ma per gli esponenti di maggioranza Monti e Zocchi non servono ulteriori atti: «Impossibile mantenere due ospedali a 5 chilometri di distanza», hanno detto.

Le ragioni della mobilitazione

Gnocchi ha ricordato che «lo scopo di questa petizione sovracomunale è chiedere la ridefinizione dell’intervento denominato “ospedale unico” di Regione Lombardia, trasformandolo eventualmente in “ospedale nuovo”, da far nascere come polo di eccellenza a supporto dei servizi sanitari e ospedalieri di Gallarate e Busto Arsizio».

«L’ampia, sorprendentemente partecipata manifestazione davanti al Sant’Antonio Abate ci ha convinto della necessità di avviare questa raccolta firme – ha spiegato –. Con la convinzione che l’ospedale non dovesse essere chiuso. Le 13.086 firme sono state depositate lo scorso 29 settembre, alla vigilia del 150esimo anniversario dell’ospedale. Anche alcuni medici hanno sottoscritto questa petizione. È un appello che portiamo a questo tavolo, con la richiesta di riconsiderare il progetto».

Licata: «Percorso decisionale poco trasparente»

Licata ha parlato di «percorso decisionale poco trasparente. È mancato il coinvolgimento nelle giuste modalità dei cittadini che adesso cercano di dire la propria. La petizione deve essere l’occasione per ripartire con un ragionamento che porti a una sanità più efficiente nel territorio. Si rimettano in discussioni certi aspetti poco chiari a noi consiglieri e certamente anche ai cittadini».

A margine ha aggiunto che «l’attuale accordo di programma ha una natura più infrastrutturale che sociale e sanitaria, non chiarendo la destinazione delle due attuali strutture ospedaliere e senza sufficienti garanzie sulla effettiva qualità dei servizi sanitari quando i lavori saranno ultimati, né nella fase transitoria di esecuzione delle opere».
Necessaria, dunque, «una integrazione all’attuale accordo di programma, che intendiamo formalizzare all’interno di una risoluzione, da costruire in commissione Sanità e portare poi in Consiglio regionale.

Il primo anno di attività del consigliere regionale Licata: «103 atti con obiettivi concreti raggiunti»

Tratto da VareseNoi.it

Si è chiuso il primo anno al Pirellone per l’ex sindaco di Lozza, già segretario provinciale varesino di Italia Viva. Dalle scuole materne ai minori, dal patentino digitale alla sicurezza sui treni: «Un’attività politica incentrata sulle proposte», osserva.

Si è chiuso il primo anno al Pirellone per il consigliere regionale Giuseppe Licata, già sindaco di Lozza per due mandati e già segretario provinciale varesino di Italia Viva.
«Un anno bello tosto, di lavoro e di battaglie – è il bilancio – in uno scenario di tempesta perfetta, per le troppe inefficienze e l’immobilismo della Regione, in un’epoca di crisi sociali ed economiche che invece richiederebbero velocità di risposta e coraggio di cambiare schemi che si sono dimostrati inadeguati».

Licata si riferisce in particolare «al sistema sanitario regionale e ai trasporti pubbliciservizi assolutamente non all’altezza della Lombardia. Tanti i temi di cui mi sono occupato – prosegue -. Fin qui sono stato firmatario di 103 atti, tra interrogazioni, mozioni e interpellanze. Un’attività politica che ho incentrato sulle proposte e, quando necessario, sul dialogo anche con gli altri partiti, per riuscire portare a casa risultati tangibili per i lombardi».

Il consigliere regionale parla proprio di una «opposizione orientata ai risultati». E rivendica alcuni obiettivi raggiunti nei primi dodici mesi sui banchi dell’assise di Palazzo Pirelli.

Dalle scuole materne ai minori, dal patentino digitale alla sicurezza sui treni

Alla fine dello scorso gennaio, Licata aveva accolto con soddisfazione l’incremento dei fondi per le scuole materne paritarie. Proprio lui, in più di un’occasione, aveva chiesto di intervenire in questo senso, a favore di un servizio «di fondamentale importanza sul piano educativo e di sostegno ai genitori che devono conciliare il lavoro e la gestione dei figli».
Le richieste erano state bocciate, ma a distanza di qualche tempo i contributi annuali sono stati aumentati di 4 milioni, da 8 a 12. Soddisfatto, dunque, per un provvedimento per il quale aveva “pungolato” la giunta Fontana. «Ma rimane ancora tanto da fare – ammette – perché in Lombardia i posti disponibili nelle scuole dell’infanzia coprono appena il 29 per cento delle reali necessità».

Lo stesso era accaduto a proposito delle risorse per i Comuni chiamati a farsi carico del mantenimento dei minori in comunità.  Il consigliere di Italia Viva aveva invitato l’esecutivo ad aumentare i fondi, ma il suo ordine del giorno era stato bocciato. A distanza di poco tempo era però arrivato l’annuncio dello stanziamento di due milioni e mezzo, la somma da lui proposta. Un provvedimento importante poiché, aveva fatto notare Licata, «dopo il Covid si è registrato un sensibile aumento della spesa sociale nei Comuni, in particolare quella connessa al mantenimento dei minori in strutture protette».

Tra gli obiettivi raggiunti rientra l’approvazione all’unanimità della mozione, di cui Licata era primo firmatario, per l’istituzione del patentino digitale nelle scuole secondarie di primo grado. L’obiettivo è quello di contrastare un fenomeno pericoloso come il cyberbullismo e, più in generale, promuovere un uso consapevole dello smartphone, della Rete e dei social, che presentano diversi rischi per i minori: dal facile accesso a contenuti pornografici e violenti alle fake news.
Licata si è quindi fatto portavoce della proposta del patentino digitale: «Un riconoscimento che dovrà essere rilasciato dalla scuola agli alunni che hanno partecipato a specifici corsi, con il coinvolgimento dei genitori».
Dopo il via libera unanime al Pirellone, il progetto inizierà ad essere sviluppato con dei gruppi di lavoro che, anticipa Licata, «mi auguro verranno avviati subito dopo Pasqua».

Un altro traguardo riguarda la convenzione con Trenord che consente alle forze dell’ordine di viaggiare gratuitamente sui treni regionali. Il consigliere di opposizione aveva denunciato il mancato rinnovo dell’accordo, presentando anche un’interrogazione. Nel giro di poche settimane era poi stata ripristinata una convenzione che, rimarca Licata, «si traduce soprattutto in più controllo e sicurezza sui nostri treni, poiché gli agenti, anche fuori servizio, sono tenuti ad intervenire in situazioni di pericolo per i passeggeri e il personale di bordo».

Tessera sanitaria a punti, Licata: «Solo uno slogan se prima Regione non potenzia la sanità territoriale»

Tratto da VareseNoi.it

Il consigliere regionale di Italia Viva: «Prima risolviamo le inefficienze che disincentivano i cittadini ad aderire agli screening, dopo parliamo di raccolta punti e skipass gratuiti per chi è più ligio»

«Sul tema della prevenzione delle malattie servono misure serie e strutturate, non suggestioni e slogan. Prima risolviamo le inefficienze che disincentivano i cittadini ad aderire agli screening, dopo parliamo di raccolta punti e skipass gratuiti per chi è più ligio».

Così Giuseppe Licata, consigliere regionale di Italia Viva, a margine del dibattito di oggi in Consiglio regionale sulla proposta dell’assessore al Welfare Guido Bertolaso di premiare con skipass e cure termali i cittadini che partecipano alle attività di screening sanitari.

«Come chiarito dalla capogruppo Lisa Noja oggi in aula – prosegue – nostra posizione a riguardo è molto netta: non abbiamo pregiudizi ideologici su qualsiasi iniziativa possa tutelare maggiormente la salute dei lombardi, specie sul fronte della prevenzione delle malattie. Ma Regione ha anzitutto la responsabilità di potenziare i servizi sanitari territoriali, che siano davvero a portata dei cittadini, solo così i lombardi si sottoporranno più frequentemente agli screening sanitari. Allo stato attuale, la proposta di una tessera sanitaria a punti sembra più una sparata buona per i titoli dei giornali e per distogliere l’attenzione dai gravi problemi della sanità lombarda».

Autismo, Licata: «Piano regionale scaduto, Regione garantisca continuità e potenzi gli interventi»

Tratto da Varesenoi.it

Il consigliere di Italia Viva ha presentato in assise un’interrogazione all’assessore Bertolaso: «Rimango fiducioso che non si perda altro tempo e sono pronto a dare il mio contributo con proposte specifiche»

«Regione non metta a rischio la continuità delle misure rivolte a persone affette da disturbo dello spettro autistico e alle loro famiglie. Si approvi al più presto il nuovo Piano regionale operativo sull’autismo (Poa), per garantire risorse e interventi fondamentali per potenziare i percorsi di presa in carico, in un’ottica di sempre maggiore integrazione delle prestazioni sanitarie, sociali ed educative», così Giuseppe Licata, consigliere regionale di Italia Viva, nel corso di una interrogazione posta oggi in aula all’assessore regionale alla Sanità Guido Bertolaso.

«Ogni anno in Lombardia – spiega Licata – si registrano 1.600 nuovi diagnosi di autismo, persone che hanno bisogno, insieme ai loro caregiver, di servizi strutturati riabilitativi e assistenziali, in rete con le associazioni e tutti i soggetti coinvolti. Tutte misure che dovrebbero essere contenute nel Poa, scaduto nel dicembre scorso, su cui Regione Lombardia per il biennio 2024-2025 è in grande ritardo. Per questo, oggi ho presentato in Consiglio una interrogazione all’Assessore Bertolaso, sollecitando la Regione a completare al più presto l’iter di stesura del nuovo Poa, che risponda ai bisogni delle persone con autismo e delle loro famiglie, non lasciandoli mai soli ad affrontare percorsi molto complessi, totalizzanti e spesso onerosi sul piano economico. Rimango fiducioso che la Regione non perda altro tempo e sono pronto a contribuire al nuovo piano con proposte specifiche».