Verso il Congresso: “Il bipolarismo ha fallito, la vita non è migliorata”

Intervista di Nicola Antonello su La Prealpina

Com’era Italia Viva in provincia di Varese quando ha cominciato? E come la lascia?

Sono stato il Coordinatore di Italia Viva in provincia di Varese dal momento della sua fondazione nel 2019, indicato dall’On. Gadda, a cui sono grato per la fiducia e con la quale ho condiviso in questi anni un percorso di impegno politico e progetti per il territorio. Insieme a tanti militanti, che oggi ringrazio per il fondamentale supporto, abbiano portato avanti un lavoro entusiasmante di costruzione di una comunità politica e di una rete di riferimenti nelle diverse aree della provincia. Da subito, abbiamo concentrato il nostro lavoro sull’ascolto dei cittadini, dei sindaci, delle associazioni, delle imprese e sulle proposte da portare a livello locale e nazionale. Oggi Italia Viva è un interlocutore autorevole, in provincia di Varese e in Regione come in Parlamento, che dà costantemente un importante e riconosciuto contributo di buona amministrazione e progettualità, parole sconosciute a tanti altri partiti.

Obiettivi raggiunti? Obiettivi di cui non è pienamente soddisfatto?

Abbiamo eletto nostri rappresentanti nei grandi Comuni, come Varese e Busto Arsizio, in numerosi medi e piccoli Comuni, in Provincia e recentemente il sottoscritto in Regione, oltre che l’On. Gadda in Parlamento dove ricopre importanti incarichi. Si è formato un bellissimo gruppo Giovani, ragazze e ragazzi molto appassionati e preparati che hanno la possibilità di incidere davvero nelle decisioni e contestualmente fare delle preziose esperienze di crescita umana e politica. L’organizzazione provinciale è diventata negli anni sempre più strutturata ed efficiente, nell’ottica di un partito che deve essere strumento di partecipazione, impegno diretto dei cittadini, crescita economica e sociale e quindi benessere per le persone. Penso dovremo migliorare ancora la nostra comunicazione, dato che molti di quelli che vengono bene informati sui nostri progetti e il nostro modo di intendere la politica dopo ci sostengono convintamente.

Ora come funziona, ci sarà un congresso provinciale? Qual è, secondo lei, l’identikit del suo successore?

Il 15 ottobre si terrà il Congresso che eleggerà, con il voto dei tesserati, il Presidente nazionale, i coordinatori regionali e quelli provinciali. Nel nostro partito provinciale ci sono molte figure che hanno le giuste qualità per ricoprire al meglio il ruolo di coordinatore. Anzitutto, la capacità di incanalare le tante energie e competenze presenti nel partito verso il conseguimento di risultati concreti a favore delle nostre Comunità e del territorio, in una fase storica di grandi incertezze a livello nazionale ed internazionale, che si traducono in disoccupazione, inflazione e gravi difficoltà per cittadini e imprese. Ovviamente, non farò mancare in nessun momento il mio sostegno al prossimo coordinatore provinciale.

Italia Viva, secondo lei, come deve muoversi per radicarsi meglio sul territorio? E’ vero che ha importanti rappresentanti al Parlamento e in Regione, ma fatica a un po’ a radicarsi (faticano un po’ tutti i partiti, per la verità)

Stiamo coltivando un rapporto di collaborazione con il mondo dell’associazionismo e con gli amministratori locali in provincia di Varese, che apprezzano molto la nostra vicinanza ai bisogni reali delle persone e la nostra distanza dai partiti populisti di destra e di sinistra, che invece cercano facili consensi con false promesse e faciloneria. In altre parole, sono convinto che un partito debba crescere di pari passo con la propria capacità di fare le cose che servono al Paese e di instaurare un rapporto di fiducia e trasparenza con gli elettori. Questa coerenza è il nostro primo biglietto da visita e il principale strumento di radicamento nel territorio. Insieme ad un importante slancio di coinvolgimento verso tutti i cittadini e i gruppi che credono nella crescita di un’area politica di Centro, per superare il bipolarismo che negli ultimi vent’anni ha alimentato gli ascolti dei dibattiti televisivi, ma non ha migliorato affatto la vita degli italiani.

Su quale battaglia politica Italia Viva deve puntare per differenziarsi?

Le rispondo con una metafora. Questo Paese per molti versi è una macchina guasta, alla quale poco serve aggiungere carburante se prima non si ripara il motore. Fuori di metafora, all’Italia, prima ancora che le necessarie risorse economiche (penso ad esempio a quelle del PNRR), servono urgentemente riforme strutturali che riparino le tante storture che bloccano il Paese, portando soprattutto stabilità politica ed efficienza nella pubblica amministrazione. In questo senso siamo riformisti, per noi sinonimo di buon senso, buona amministrazione e risoluzione concreta dei problemi che affliggono gli italiani. Lo abbiamo fatto in questi anni a tutti i livelli e continueremo a farlo con determinazione. Il prossimo Congresso sarà un importante momento di rilancio del nostro progetto politico.